#Madre (work in progress)
Anno di esecuzione: dal 2016
#Madre si potrebbe definire un progetto autobiografico. In fondo è come se parlasse solo di me. E’ la strada che la mia testa ha indicato come possibile soluzione ad alcune difficoltà della vita, della famiglia e di una mamma che tanto amo ma che troppo sento, sulle spalle come nel cuore. Per anni ho indagato in psicoterapia la natura delle mie ombre; individuando, come spesso succede, nelle mie origini la mia ombra più nera: mia madre. Dopo anni di rifiuto e negazione, la mia coscienza ha iniziato ad illuminare la mia ombra peggiore, affievolendola. Quando biologicamente avrei dovuto imparare ad essere madre, ho dovuto obbligatoriamente imparare a convivere con il ruolo di figlia. Comprendendo che non sarei mai riuscita ad uscire da questa gabbia, ho deciso di trasformarla nel mio parco giochi. Questa nuova consapevolezza mi ha donato occhi per guardare mia madre come un interessante soggetto per la mia ricerca sull’uomo e le sue attitudini. Riconoscendo in lei un personaggio fatto di simboli, di gesti, di luoghi, di luoghi comuni e spaccati culturali e visivi del sud Italia, il mio inconscio ha iniziato così la sua forma di resilienza, termine che trovo troppo usato nell’ultimo tempo ma il solo adatto alla descrizione di questo percorso. Ancora in corso.
Devo specificare che questa nuova visione di #Madre è iniziata nel 2016. Precedentemente fotografavo già mia madre, la fotografavo diversamente. Forse allora era la mia rabbia a fotografarla o qualcosa del genere ma resta il fatto che erano foto diverse. Eravamo persone diverse. E devo anche specificare che #Madre in questa nuova forma è interamente gestito con il cellulare, dallo scatto alla post produzione. Anche questa è stata una scelta legata ad un nuovo modo di sentire questa “missione”. Su instagram è possibile seguirlo con gli hashtag #Madre e #MadreResilienza.